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Il ragazzo e l'airone (2023) di Hayao Miyazaki

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 Non potevo mancare all'appuntamento: l'ultimo film di Miyazaki l'ho visto il 1 gennaio, per inaugurare un anno pieno di cinema, il 2024. Sono rimasto un po' confuso dal passaggio tra la prima parte del film e la seconda: da un piano realistico in cui il protagonista di muove all'interno del Giappone durante la seconda guerra mondiale e la seconda parte che è molto più onirica.  La seconda parte presenta molti temi, molti personaggi e sotto-trame, quindi sono rimasto un po' confuso quando verso la fine la narrazione accelera bruscamente e i titoli di coda arrivano repentinamente.  La qualità dell'animazione è indiscussa, le musiche pure.  Ottimo punteggio su Metacritic .

Ted (2012) di Seth MacFarlane

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Un bambino sfigatello e senza amici esprime un desiderio prima di addormentarsi, la mattina dopo il suo orsachiotto ha preso vita. I due si giurano amicizia eterna e vivono felici e contenti. Dieci anni dopo, l'amicizia tra i due, fatta di bongate in salotto, serie tv anni 80 e la paura dei temporali, si scontra immancabilmente con la necessità di assumersi le responsabilità che il mondo degli adulti impone.

Prometheus (2012) di Ridley Scott

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Un alieno umanoide beve una tazzina di qualcosa e comincia a sgretolarsi, cade dalla scogliera e tra le correnti d'acqua da vita al genere umano*. Passano milioni di anni. Scozia, 2089. La coppia di scienziati innamorati trova in una caverna l'ennesima raffigurazione preistorica di un omone alieno che indica una costellazione, opera di una delle solite civiltà scomparse. "Se capiremo chi sono loro, forse capiremo anche chi siamo noi, da dove veniamo e perché esistiamo". Spedizione spaziale per incontrare gli "Ingegneri". Atterraggio nel pianeta che tanto ci ricorda quello del primo Alien con annessa astronave. Statua gigante a forma di testa umana (?), bassorilievo della regina  degli alieni del secondo capitolo di Cameron (?), uova (?), liquido nero ovunque (?). Alieno cobra a forma di vagina. Comportamenti privi di ogni logica da parte dei membri della spedizione. Zombie (?). Il sintetico di bordo che fa un po' quel cavolo che vuole (?). Abort

Tempo di uccidere (1947) di Ennio Flaiano

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Etiopia. Anni trenta. Il giovane ufficiale italiano stanco di aspettare soccorsi dopo che il suo camion si è rovesciato ad una curva, abbandona il suo compagno per dirigersi al fiume. Trova una scorciatoia, si perde, e il caldo rende il mal di denti insopportabile. Mariam, una giovane e bellissima donna africana si bagna in uno specchio d'acqua. Non si parlano nemmeno. La distanza tra i due è abissale. Lui, indifferente uomo occidentale con in tasca le lettere scritte per la moglie; lei, essere inesplicabile incapace di dare valore all'esistenza e all'idea stessa di tempo Una notte passata assieme e un sonno vissuto nell'abbraccio. L'attacco di una belva feroce, un proiettile che rimbalza e il senso di colpa che mai più abbandonerà il soldato, insieme allo spettro della lebbra. La fuga e il continuo ritornare al luogo del crimine dovuto alle circostanze. Ennio Flaiano , giornalista, scrittore, critico cinematografico, drammaturgo, e firma delle sceneggiature

Un nome, una garanzia

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A ciascun nome corrisponde un significato, e fin qui tutto bene. Senza dimenticare che il nome che ti becchi alla nascita te lo porti dietro per un bel po' di tempo. Ti piaccia o meno, il nome ti contraddistingue: se sei in mezzo a cinquanta persone e qualcuno urla il tuo nome è più o meno statisticamente provato che a girarti sarai solo te, o al massimo sarete in due. Il nome ti perseguita e allo stesso tempo ti definisce come individuo nella società. E' inserito in centinaia di documenti, in migliaia di post da social network e sta nei server; fa da firma ai tuoi quadri, alle tue lettere amorose, è salvato in una moltitudine di rubriche telefoniche e magari qualcuno arriverà pure a tatuarselo addosso. Tu sei il tuo nome, e la scelta del nome è di fondamentale importanza. Ma ad avere l'enorme responsabilità di definire il tuo essere non sei tu, minuscolo feto in ammollo, ma i tuoi genitori.

Raixe storte (2012)

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Ieri sera al festival letterario Sugarpulp a Padova, io e Mattia abbiamo avuto la fortuna di assistere allo spettacolo Raixe storte , studio per una futura pièce teatrale. Un'ora di storytelling (molto pulp) alla ricerca delle oscure radici del Veneto e della sua gente: la narrazione dell'attore Andrea Pennacchi a metà strada tra l'amarezza di Balasso e il ritmo di Paolini. Accompagnato dalla voce e chitarra di Giorgio Gobbo della Piccola Bottega Baltazar e dai disegni di Vittorio Bustaffa (qui sotto). Assolutamente da tenere sott'occhio!

Un campione delle onde radio

Quest'anno all'università a Venezia ho conosciuto un campione, un campione mondiale in carne ed ossa . La sua disciplina non è proprio famosa, altrimenti avremmo sentito parlare di lui anche sui giornali! Il suo nome in codice è IZ3NVR e parla correttamente 3 lingue: italiano, inglese e codice morse ! Si chiama Stefano Menon , di Roncade provincia di Treviso ed è campione mondiale radioamatori della sua categoria. L'abbiamo intervistato per comunicamente.net.