Un nome, una garanzia
A ciascun
nome corrisponde un significato, e fin qui tutto bene. Senza
dimenticare che il nome che ti becchi alla nascita te lo porti dietro
per un bel po' di tempo. Ti piaccia o meno, il nome ti
contraddistingue: se sei in mezzo a cinquanta persone e qualcuno urla
il tuo nome è più o meno statisticamente provato che a girarti
sarai solo te, o al massimo sarete in due. Il nome ti perseguita e
allo stesso tempo ti definisce come individuo nella società. E'
inserito in centinaia di documenti, in migliaia di post da social
network e sta nei server; fa da firma ai tuoi quadri, alle tue
lettere amorose, è salvato in una moltitudine di rubriche
telefoniche e magari qualcuno arriverà pure a tatuarselo addosso. Tu
sei il tuo nome, e la scelta del nome è di fondamentale importanza.
Ma ad avere l'enorme responsabilità di definire il tuo essere non
sei tu, minuscolo feto in ammollo, ma i tuoi genitori.
E' per
questo che dopo lunghe ed estenuati riflessioni, ho deciso che mio
figlio lo chiamerò Rambo.
In realtà
Rambo sarebbe la mia seconda scelta, ma so già che lo stronzo
all'anagrafe mi pianterebbe un casino se gli proponessi “T-800”,
perché ancora non sono molto pratici con i numeri, e c'è pure il
trattino. Ma cazzo, mio figlio diventerebbe tosto come un Terminator
e in caso di guerra nucleare o ribellione delle macchine
combatterebbe dalla nostra parte e si sacrificherebbe per il bene
dell'umanità intera. Però, Rambo non è malaccio, è un nome
cazzuto, potente, che incute un certo timore reverenziale. E John
Rambo è un eroe generazionale, non dico proprio della mia
generazione, ma quasi. Chi non lo conosce? E' un nome famoso, che
tutti hanno sentito una volta nella vita, ma che nessuno (e non
riesco a spiegarmi perché) ancora ha adottato. E' unico, come sarà
mio figlio. Perché è di questo che la nostra società ha bisogno:
gente unica. Basta con i Mario, gli Alessandro e i Francesco, ne è
pieno il mondo. E basta anche con i nomi religiosi, che vabbè essere
fedeli ad un retaggio, ma siamo nel ventesimo secolo, l'era della
globalizzazione, della rete, dei mass media. Se ci tieni anche solo
quel minimo, il tuo erede non lo chiami Cristiano, lo chiami
Christian; e scordati anche Tommaso, Davide e Daniele: molto meglio
Thomas, David e Daniel - o Dennis che tira di più. Così gli metti
nel sangue quel pizzico di anglofilia che nel terzo millennio gli
aprirà molte porte, e magari dovrà pure studiare meno.
Certo, io
parlo così perché voglio che il mio Rambo cresca forte e fiero, un
duro insomma, ma se un padre desiderasse per il proprio figlio un
futuro di successo, allora consiglierei di puntare sui nomi di
personaggi famosi, chessò di calciatori, o cantanti, o attori. Non è
detto che funzioni sempre, lo so. E' una strada già sperimentata, e
nonostante Maradona, i Beatles e Titanic siano dei brand coi
controcazzi, ahimè, non sono sinonimo di certezza. Forse Harry
Potter oggi ha qualche chance in più. Non ci metterei la mano sul
fuoco, ma non si sa mai: Ron, che si fa Hermione, potrebbe
funzionare, ma non sia mai che finisca invece a cantare “vorrei
incontrarti fra cent'anni” in qualche sagra di paese.
Di certo
qualcosa negli uffici anagrafe sta cambiando e la prova sta nel fatto
che certe barzellette non fanno più ridere. Gli scaffali si
riempiono di faldoni che raccolgono nuovi nomi, e alle etichette
“nomi noiosi” e “nomi gay” (quelli composti, stile
Piergiorgio, Pierangelo, Tommaso Maria ecc...), si è aggiunta quella
dei “nomi fichi” - e i nomi fichi possono darli solo genitori
fichi. Totti e consorte (tra le prime ad essere graziata da un nome
fico), non a caso, hanno chiamato la figlioletta Chanel.
Meraviglioso! - anche se personalmente sarei andato più
sull'italiano Scianel perché ritengo che sia comunque giusto
mantenere un contatto con le proprie radici. Chanel Totti sarà la
calciatrice più talentuosa e profumata in campo, e con la mamma
letterina non sbaglierà un congiuntivo. E chi sta già a
preoccuparsi per gli sfottò che incontrerà nella sua vita, non ha
capito un cavolo. Chanel è un nome importante, è il nome di un
profumo che la metà di voi non si può nemmeno permettere se non nei
campioncini prova del supermercato, per cui sedetevi pure in un
angolo e piangete.
A
superare tutti in figaggine è stata però la coppia Paltrow –
Martin. Se è vero che le tre mele che hanno cambiato la storia sono
la mela di Eva, di Newton e di Steve Jobs, come non puntare su quella
che più di tutte ha contato qualcosa e chiamare la propria
primogenita Apple? Il secondo si chiama Moses, Mosé, ma confido che
il terzo si chiamerà iPhone.
La strada
è così segnata. Seguite il mio consiglio: fatevi due conti in tasca
e soprattutto pensate al futuro dei vostri figli. Sappiate anche che
se saranno delle mammolette il mio Rambo spaccherà loro il culo.
Ps: Non
cadete nella trappola di chiamare vostro figlio Bieber, quella
sarebbe per lui la più terribile delle condanne.
Per darvi
una mano ecco una lista di nomi che funzionano per i maschietti:
Mirko,
Alex, Axel, Sebastian, Nicholas, Dylan, Erik, Kevin, Chris,
Zuckerberg, Will, Obama, Steven, Damien, Kenny, Homer, Harry, Jedi,
Lucky Strike, Costantine.
E per le
femminucce:
Mirka,
Alexia, Megan Fox, Stefany, Gessika, Abigail, Coco, Ester, Dior,
Naomi, Noemi, Kate, Helena, Cloe, Zoe, Chris, Liza, Hilary, Natalie,
Hannah Montana.
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