Ted (2012) di Seth MacFarlane
Un bambino sfigatello e senza amici
esprime un desiderio prima di addormentarsi, la mattina dopo il suo
orsachiotto ha preso vita. I due si giurano amicizia eterna e vivono
felici e contenti. Dieci anni dopo, l'amicizia tra i due, fatta di
bongate in salotto, serie tv anni 80 e la paura dei temporali, si
scontra immancabilmente con la necessità di assumersi le
responsabilità che il mondo degli adulti impone.
Che Seth MacFarlane si sarebbe
cimentato nel cinema era una rumor che girava già da un annetto.
Dopo il film dei Simpson e di South Park, tutti aspettavamo un
lungometraggio sui Griffin. E invece no. L'autore di Family Guy,
American Dad!, The Cleveland Show e della Cavalcade of Cartoon Comedy fa qualcosa di più: Ted.
Ted è una commedia, ma non solo. Ted è
una parodia, una parodia di genere, se vogliamo. In particolare di
quel genere che negli ultimi anni trascina le domeniche pomeriggio
vagonate di famiglie con figlioletti al cinema a vedere cani parlanti
fifoni, gatti parlanti pigri e scoiattoli parlanti canterini.
Ted, questo peluche a forma di
orsacchiotto, che a prima vista potrebbe rappresentare a qualcosa di
adatto ad un pubblico di bambini, è la satira spietata a quel tipo
di cinema che sfrutta il nome di serie di successo portando sul
grande schermo prodotti di scarsissima qualità, privi di mordente e che nella maggior parte dei casi riescono addirittura a
snaturare i loro progenitori.
E cosa fa Ted? La stessa identica cosa.
La trama è povera e scontata, i personaggi sono stereotipati al
massimo e il mordente...ecco Ted il mordente ce l'ha, eccome.
MacFarlane ha scritto una sceneggiatura accessoria, che è solo il
pretesto per infilare, una dietro l'altra, una serie di gag fini a se
stesse, ma dall'ironia spietata e dalla carica dissacrante e
politicamente scorretta di cui è indiscusso maestro.
Gli stessi personaggi stereotipati:
John (Mark Walberg) è il classico uomo medio che non sa quello che
vuole dalla sua vita, Lori (Mila Kunis, tra l'altro doppiatrice di
Meg ne I Griffin) è la ragazza che vuole dare una svolta seria al
suo rapporto di coppia, e poi ci c'è il capoufficio che vuole
portarsi a letto la Kunis, la bionda bella ma stupida, il pazzo
maniaco che vuole il pupazzo per darlo al figlio scemo ecc, sono
perfettamente in linea con la natura del film.
Il regista ci propone un gioco di
ribaltamento neanche tanto sottile. Con quello che si preannuncia già
un piccolo cult, MacFarlane prende i codici del cinema per famiglie a
cui ci stanno abituando, privi di veri contenuti e dal dubbio
intrattenimento, e li piega alla sua esperienza pregna di irriverente
genialità, al citazionismo pop più becero e alla ricerca
dell'eccesso, tutti marchi di fabbrica de I Griffin, adattandoli ai canoni della commedia. Nulla viene risparmiato e anche il buonismo
su cui sembra virare il finale ha, scusate il francesismo, tutto il
sapore della presa per il culo. Merito soprattutto della
caratterizzazione del protagonista morale del film, Ted, un
concentrato di volgarità, linguaggio scurrile, razzismo casuale ed
espliciti riferimenti sessuali.
Per concludere aggiungo che, come ogni
prodotto che porta la firma di Macfarlane (voce di Peter Griffin e di
Ted), anche in Ted fanno la loro comparsa innumerevoli facce del jet
set americano: Patrick Stewart è la voce narrante, Ryan Reynolds che
si presta ad una gag divertentissima nei panni di un gay, Sam J. Jones alias Flash Gordon protagonista di uno dei momenti più
nonsense, Norah Jones, Tom Skerritt e altri.
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