Gea (1999) di Luca Enoch

Ora che nel blog si parla di film, libri e musica, non mancano che i Fumetti!
Gea è un fumetto italiano nato nel giugno 1999, "scritto, matitato & inkiostrato" da Luca Enoch.
A parte il tratto realistico e preciso dell'autore ciò che più mi ha colpito è la straordinaria ricchezza di dettagli, non solo relativi alla trama ma anche alle illustrazioni. Sono innumerevoli i poster presenti nel magazzino-loft di Gea, come i cartelloni pubblicitari e i murales in giro per la città.Per non parlare degli spunti...
Gea è un fumetto dotato di colonna sonora, costituita da canzoni fuori dai soliti schemi che ci propina Mtv, canzoni che ogni tanto nella vita si incontrano (come Born to Be Wild degli Steppenwolf o Ubriaco Canta Amore dei Bandabardò) e che fa piacere riconoscere come "quella del numero tale di Gea"!
Ma Gea è percorso da molte altre citazioni, da poesie di Pascoli a poemi inglesi a brani relativi alla caduta degli angeli tratti da testi mistici.
Insomma, oltre alla trama, intrippante di per sé, questa saga offre una m iriade di stimoli e provocazioni ad aprirsi alle novità, ad ampliare i propri orizzonti culturali.

Hmm mi dilungai! Penso sia meglio passare a un po' di succo...
La trama!
Gea, dietro le apparenze di quattordicenne fotofobica, che indossa occhialetti scuri alla John Lennon, suona il basso e vive sola in un loft che divide con il gatto Cagliostro (nome-citazione da non mi ricordo quale libro/film/simili), nasconde un segreto. E' una Sentinella, una guardiana tra i mondi il cui compito è quello di limitare le inrtusioni "aliene", spesso operate da esseri miti e innocui, ma che a volte si rivelano pericolose.
Mentre i primi numeri, quasi episodi auto-conclusivi, gravitano perlopiù attorno all'antagonismo tra Gea e la Ardat-Lili (demone che dimora nella sua città), man mano che la serie prosegue perde il carattere leggero, soffermandosi sempre meno sulla vita normale di Gea e intessendo una trama sempre più "alta" che avvicina la protagonista al suo destino e alla sua definitiva crescita.
L'unica cosa che mi dispiace di Gea... è che è finito!!
L'ultimo numero, il 18, è uscito lo scorso novembre.
Enoch ha avuto il coraggio di interrompere una serie che prima o poi si sarebbe svilita e impantanata in una storia sempre più intricata il cui unico scopo sarebbe stato spremere un bel personaggio come un limone fino ad esaurirlo. (Come troppo spesso accade).
Insomma! Gea è una serie da leggere, fosse solo per lasciarsi coinvolgere dal carattere spumeggiante e geniale della protagonista, e per finire invischiati in una selva di personaggi (secondari o meno) uno più interessante dell'altro.
Un "backstage" che rende ancora più convincente il magnetismo di quest'opera che è una chicca del fumetto italiano!

Commenti

fiOrdivanilla ha detto…
Marina, ho un esame mooooolto arretrato di Lingua Italiana e Comunicazione, il titolo del corso è "L'italiano dei fumetti". Quanto è bello non puoi immaginarlo, solo che sono un sacco di libri e.. niente, l'ho lasciato indietro sin dal primo anno perché non facendocela a stare al passo, sono andata oltre. Devo recuperarlo ovviamente e intendo tenere lo stesso programma perché è molto interessante e molto bello.
I titoli dei libri sono
"Elementi di linguistica Italiana",
"La lingua italiana e i mass media"
"Grammatica del fumetto" in Strumenti critici
"La lingua del fumetto"
"Vàlgame Dios, pards!. Così parlo Tex Willer" in La prola al testo. Scritti per Bice Mortara Garavelli.
"La lingua nella realtà composita dei fumetti"
"Il fumetto" in Letteratura italiana
"Le porte d'Oriente. Lettura linguistica dei fumetti di Vittorio Giardino"

Mi è venuta l'angoscia a trascrivere tutti i libri ci credi? Va beh, pensiamo ad altro:
questi temi son certa che per un appassionato di fumetti son davvero allettanti; in più, per chi se ne intende (chi è appassionato di fumetti il più delle volte se ne intende per davvero, poiché dietro al fumetto c'è una vera e propria cultura e letteratura), questi argomenti risultano relativamente semplici... Io per esempio sono assetata di cultura e mi piace quasi tutto, questi mi piacciono perché riguardano una parte della scrittura propriamente detta. I metodi di scrittura, i generi di scrittura. Perciò mi interessano parecchio, sono intriganti. Però devo ammettere che non li conosco minimamente, gli unici fumetti che sono riuscita a leggere in tutta la mia vita sono Topolino, Paperino e i Peanuts. Questi ultimi si discostano molto da quel che sono gli attuali fumetti però. Sono a modo loro delle opere. Eco scrisse "Se poesia vuole dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta..."
e Michele Serra (giornalista, scrittore e umorista italiano) "I Peanuts hanno conquistato il mondo grazie all'universalità dell'infanzia, la divina età, insieme fragile e megalomane, in cui l'uomo non ha mai secondi fini, essendo troppo urgente il primo: quello di esistere e di essere felici".
I Peanuts sono un capolavoro.
fiOrdivanilla ha detto…
Peanuts è notevole per la sua abile critica sociale, specialmente se comparata con gli altri fumetti ad essa contemporanei negli anni cinquanta e sessanta. Schulz non denuncia esplicitamente i problemi legati alla razza, al genere ed alla disuguaglianza sociale ma li rende evidenti ad esempio nel disegnare un personaggio come Piperita Patty, la cui abilità atletica e la cui forza di carattere sono date per scontate, stridente con l'immagine delle ragazze veicolata dai media dell'epoca. Benché fosse cristiano ed avesse illustrato la Bibbia in classi di catechismo, Schulz si definiva un "umanista secolare". Politicamente moderato, ebbe anche a fare satira contro l'estrema destra cristiana, presentandola come ipocrita ed auto-assolutoria.

Schulz riuscì ad essere pungente con ogni tema che scelse.
da wiky. Ho fatto così tante letture sulla storia dei Peanuts che non t'immagini. A me piace sempre molto - mi interessa più che altro - la psicologia che sta dietro agli scritti. Come i Simpson, sui quali hanno persino fatto un libro filosofico. E' interessante come le cose apparentemente infantili siano invece tutt'altro che banali, ché non sono assolutamente ciò che sembrano. Ma sono Altro.

Ma ora basta dai, ti ho già scritto troppo e se non ti sei addormentata ti meriti un premio!


Tutto questo perché volevo dirti, anzi chiederti, una cosa: questo fumetto ad esempio, me l ocnsiglieresti? Sinceramente eh. Mi conosci un po', sai magari se potrebbe piacermi come stile oppure no.. o magari prova ad azzardare dai. Potrebbe piacermi? Io vorrei capirne di più sui fumetti, vorrei smettere di disprezzarli ;) Ero abituata a vedere in giro per casa vecchi Diabolik o Tex di mio padre, poiché li collezionava (e credo lo faccia tuttora) e quelli per dirti, non mi sono mai piaciuti. Probabile invece che Diabolik non mi sarebbe dispiaciuto.. ma sai, non credo sia bello iniziare a leggere i fumetti a metà storia.. tu che dici?
un bacio immenso Mari :*

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